La sintesi riportata nella relazione del 21 giugno 2021 della Corte dei Conti sul rendiconto generale dello Stato per l’anno 2020, riporta nero su bianco le conseguenze della crisi pandemica sui conti pubblici e sulla riscossione coattiva con numeri che possono essere utili a comprendere le dinamiche relative alla riscossione dei comuni. Di particolare interesse i dati sulla riscossione mediante rateazione.
Lo shock economico e sociale provocato dall’emergenza sanitaria da Covid-19 ha inciso, in maniera consistente, sull’andamento dell’aggregato delle entrate dello Stato nell’esercizio 2020, sia come effetto riflesso della forte contrazione dell’attività economica sia in ragione delle misure adottate dal Governo in corso d’anno per farvi fronte.
- L’attività di Agenzia delle entrate-Riscossione nel 2020 è stata particolarmente condizionata dall’emergenza indotta dall’epidemia da Covid-19. A decorrere dall’8 marzo 2020 e fino al 30 giugno 2021 le attività di riscossione sono state sospese con conseguente drastica riduzione degli introiti riscossi nel corso dell’anno 2020 (6,11 miliardi di euro, con una riduzione del -38 per cento rispetto al 2019). Anche i nuovi carichi affidati sono drasticamente diminuiti per effetto del rallentamento di molte attività amministrative da parte degli enti impositori (complessivamente 58,19 miliardi di euro -28,9 per cento). In particolare, rispetto al 2019 diminuiscono del 18,8 per cento i ruoli formati dall’Agenzia delle entrate, che costituiscono l’80,1 per cento dell’intero ammontare affidato. Superiore ai 2 miliardi resta il carico dei ruoli dei comuni.
- Con riguardo ai 3,8 milioni circa di istanze di rateazione concesse, con piano di rateazione in corso al 1° gennaio 2021, più di 2,2 milioni di istanze, per un carico di 8,9 miliardi di euro, si sono estinte nel corso del 2020 a seguito del pagamento di tutte le rate del piano. Per le restanti 1,6 milioni di istanze in essere, per un carico di circa 23,6 miliardi, al 31 dicembre 2020 il piano di ammortamento non era concluso o non era stato interamente onorato. Nel corso del 2020 sono state presentate 470 mila istanze di rateazione per un totale di circa 7,6 miliardi di euro. Circa la metà dei contribuenti ha continuato ad onorare il versamento di quanto dovuto, nonostante la sospensione dei termini di versamento, nonché la maggiore flessibilità concessa dalla disposizione contenuta nel d.l. n. 104 del 2020 che ha elevato a 10 il numero di rate il cui mancato pagamento determina la decadenza dalla dilazione.
- Il volume complessivo delle riscossioni a mezzo ruoli fra il 2000 e il 2019 è stato di 139,5 miliardi, a fronte di un carico netto di 1.068,8 miliardi, con un indice di riscossione del 13,1 per cento. Il tasso di riscossione totale per ogni anno di affidamento, mediamente più elevato per gli anni risalenti si riduce progressivamente negli anni successivi. A distanza di un decennio dall’affidamento l’indice di riscossione sul carico netto supera di poco il 12 per cento. Quanto alla ripartizione delle riscossioni per ambiti di attività operativa, il 26 per cento circa degli incassi proviene da versamenti spontanei eseguiti dai contribuenti in applicazione dei diversi istituti di definizione agevolata, il 4,3 per cento da versamenti spontanei eseguiti dai contribuenti nei 60 giorni successivi alla notifica della cartella e il 41,5 per cento da versamenti rateizzati, ovvero da fonti di riscossione non stimolate, se non indirettamente, da azioni di riscossione coattiva. Di contro, soltanto il 28,1 per cento si riferisce a riscossioni realizzate nell’ambito della ordinaria attività coattiva.
- Nel periodo dal 2013 al 2019 i carichi complessivamente affidati di importo superiore a 100.000 euro costituiscono il 74,2 per cento del totale, mentre la quota di riscossioni nella fascia di ruoli superiori a 100 mila euro costituisce il 22,1 per cento.
- Con riguardo al magazzino dei carichi affidati a decorrere dal 2000 ed ancora pendenti al 31.12.2020, pari complessivamente a 1.424,0 miliardi, l’attenzione della Corte si è concentrata sulla quota di 445,0 miliardi di euro, relativa a soggetti debitori nei cui confronti è stata svolta almeno una azione cautelare o esecutiva, senza riscossione, rilevando come non tutte le misure cautelari ed esecutive siano tra loro equivalenti sotto il profilo dell’efficacia.
I numeri sopra riportati rappresentano un parametro di raffronto utile per motivare lo stato della riscossione delle entrate locali e per riflettere sulle strategie di recupero coattivo che si presenteranno particolarmente complesse con la ripresa delle azioni cautelari ed esecutive. La rateazione dovrà dimostrare flessibilità di rideterminazione e proroga senza essere una corsa verso la revoca.